È la fatidica domanda che tanti clienti mi fanno: come faccio a comparire primo su Google? Alla quale io rispondo sempre con un’altra domanda: per quale ricerca?
(Silenzio in sala.)
Poi ci sono quelli che affermano, con soddisfazione, di apparire già primi per la ricerca del loro nome. Niente paura se al termine di questa frase non sei sbottato ridendo, è normale: altrimenti non saresti qui a cercare una risposta alla tua domanda.
Google non è un concorso che ti premia e ti fa arrivare primo perché gli sei simpatico: funziona con un algoritmo sempre più sofisticato e, cosa importante -da scolpirsi in fronte- risponde alle ricerche delle persone. È da qui che è necessario partire, da ciò che cercano le persone su Google, considerando che anche le nostre ricerche sono sempre più sofisticate. Ma credimi, è molto meglio così.
Perciò, la prima domanda che ti faccio è: vuoi essere trovato da chi già ti conosce o da chi non ti conosce? Immagino che la tua risposta sia la seconda. E quindi, vien da sé, chi non ti conosce non ti troverà col tuo nome. Ma con un sacco di altre belle ricerche.
(Spoiler alert: ognuno di noi, su Google, è primo per la ricerca del nome della sua attività e a volte addirittura del suo proprio nome.)
Cosa significa comparire primi su Google e come funziona
Essere primi su Google significa comparire ai primissimi posti dei risultati di ricerca, dunque come risposta precisa a una ricerca altrettanto puntuale. Per essere in grado di dare risposte, dobbiamo interpretare bene la domanda e, quindi, è necessario fare un lavoro a monte. È una questione di strategia: dobbiamo sempre chiederci a chi vogliamo arrivare e quali sono le ricerche che il nostro target potrebbe fare su Google per cercare un servizio come quello che noi forniamo.
Molto spesso è una questione di linguaggio. Ho appena curato la SEO on page del sito di un artigiano, Luca Morando, che realizza fiori in tessuto per l’alta moda, per il teatro, ecc. Nel tessere (restiamo in tema) la sua strategia, abbiamo definito che “fiori in tessuto” sarebbe stato molto più professionalizzante di “fiori in stoffa”, che, invece, identifica un’attività maggiormente hobbistica, il contrario del suo target! Si tratta di linguaggio: il significato è lo stesso, ma target differenti cercano in modo differente e questo dobbiamo proprio prevederlo. Come cerca il mio target? Quali parole utilizza per riferirsi ai miei prodotti o servizi? Qual è il suo search intent?
Uno shop online di scarpe con un target medio alto potrebbe scegliere di posizionarsi anche per “calzature” oltre che per “scarpe”. Uno shop online di sneakers a buon prezzo sceglie di posizionarsi per “scarpe sport” e “sneakers”.
Tuttavia, non basta! Più lunga è la coda della nostra chiave di ricerca, maggiori possibilità abbiamo di essere trovati. Dunque un negozio di scarpe non potrà mai sperare di essere trovato per la sola parola “scarpe”, ma potrà posizionare le differenti schede prodotto secondo la ricerca che il target può fare: scarpe tacco alto in pelle, scarpe basse suede, ecc ecc. Perciò dovremo basare la strategia anche su ciò che la nostra proposta ha di speciale, come si differenzia rispetto ai competitor, su cosa noi puntiamo.
Come si fa a capire come cerca il nostro target? Si fa tanta analisi, si chiama un professionista, ma soprattutto ci si chiede chi è il nostro cliente ideale.
La strategia
La strategia va inserita, ovviamente, all’interno di una serie di pagine del proprio sito ma anche per stilare il proprio piano editoriale per il blog. Tutto il sito, in coro, deve richiamare semanticamente quel campo di ricerca e ogni contenuto è una nota che viene suonata all’interno della propria strategia.
I contenuti vanno scritti con efficacia: non è assolutamente utile ripetere a pappagallo la parola chiave, Google se ne accorge! Qui ho creato una lista di piccoli consigli per scrivere contenuti SEO friendly.
Tutto ciò non accade dall’oggi al domani, ci vuole tempo, ma rafforzare la strategia giorno dopo giorno con contenuti ad hoc è certamente la strada giusta per arrivare all’obiettivo podio di Google secondo le ricerche che abbiamo ipotizzato, che vanno a integrarsi l’una con l’altra e aumentano sempre più le tue possibilità di essere trovato dai clienti.
Non solo testi!
E poi? Poi c’è tutto il discorso tecnico che riguarda la struttura del sito e la sua architettura. Ecco alcuni dettagli a cui prestare attenzione e verificare col proprio web designer o sviluppatore:
- la sitemap, cioè la mappa del proprio sito, da inviare a Google Search Console
- l’attivazione di Google Analytics tramite codice di tracciamento
- il file robots.txt deve consentire l’accesso ai motori di ricerca
- nell’html non deve essere presente la metatag noindex
Ho parlato arabo, vero? Tranquillo: non te ne devi occupare tu, i professionisti studiano e lavorano duramente per occuparsi con efficacia di queste cosine. Per il mio sito, per esempio, così come per altri a cui stiamo lavorando, io curo la parte dei testi e Nicole Curioni, da brava web designer, si occupa di tutta la parte estetica, grafica e tecnica. Ogni parte contribuisce a far funzionare il sito e a farlo indicizzare da Google.
Ti ho fatto un semplicissimo elenco di carattere tecnico per farti capire il concetto più importante legato alla domanda come comparire primi su Google: è un lavoro complesso svolto da tante e varie figure e altrettante problematiche, un lavoro che richiede tempo e competenza, ma che può portare grandi risultati seguendo la giusta strategia e facendosi le domande corrette.
In conclusione, sono qua per aiutarti a cercare quelle domande e a rispondere a ciascuna di loro, a iniziare dal titolo di questo articolo. Parliamone insieme e iscriviti alla mia newsletter al form qui sotto per continuare a ricevere consigli sulla tua comunicazione online.