La SEO limita la creatività?

Uno dei motivi per cui amo molto il mio lavoro è il lato divulgativo ed educativo che porto avanti con passione e costanza: ma è anche molto dura, perché la maggior parte delle persone che non lavorano nel settore digital (perciò anche molte clienti in linea col mio target) storcono il naso all’idea di fare SEO. Senza avere un’idea sufficientemente ampia della materia, si è spesso portati a pensare che la SEO sia una roba tecnica che, quando si tratta di keyword, limita il nostro contenuto, costringendolo entro frame poco creativi, affibbiandoci contenuti che non avremmo scelto e irrigidendo la struttura. Molte persone temono, insomma, che la SEO limiti la creatività.

Di solito, comunque, parlare con me rassicura queste persone: sono brava a far percepire intenti ed etica, a disegnare per le persone strategie possibili che sposino il loro modo di vedere il business all’utilità di un buon posizionamento organico e alla possibilità di costruire un internet fatto di contenuti migliori.

Quindi ho pensato di scrivere questo articolo per rassicurare anche te e provare a spiegarti perché, nel mio modo di vedere le cose e certamente secondo il mio metodo di lavoro, la SEO è un motore creativo anziché limitante.

SOMMARIO

Idee sbagliate sulla SEO (e sulla creatività)

La SEO non è un ripetersi fastidioso di parole chiave come poteva, entro certi contesti, essere un tempo. Soprattutto, la parola chiave può dare enorme slancio creativo al contenuto, anziché irrigidirlo. Può, anzi, fornire spazio per nuovi stimoli.

Al tempo stesso, non è possibile affidarsi alla sola creatività per gestire un progetto di marketing digitale, non importa quale sia il business in questione. Ho scritto libri e frequentato il mondo della scrittura in ambiti differenti (sceneggiatura e letteratura), ancor prima di dedicarmi al mondo digitale, e posso confermarti che molto spesso le attività di tipo creativo vengono intese in modo molto confusionario, senza struttura e, ancor peggio, obiettivi. Questo purtroppo è tipico del nostro paese, che alla cultura e in particolare alle materie umanistiche ha tolto molta professionalità negli ultimi decenni attraverso una cattiva politica dei fondi e della scuola. Se pensi a qualcuno che scrive, non importa cosa, non pensi veramente a qualcuno che lavora, è corretto? Attenzione, la colpa è anche di chi scrive, in alcuni casi: ci si considera artisti un po’ folli e incapaci di seguire un progetto lineare, obiettivi economici, programmazione.

Perché ti sto parlando di questo?

Perché questo pensiero si applica molto spesso anche quando ci si approccia a un sito internet, non importa quale tipo di attività debba rappresentare. Da una parte all’altra dello spettro di infinite possibilità in materia di business, la produzione di contenuti è vista come impossibile da strutturare e comunque limitante per natura. Per non parlare di quando le attività di stampo tecnico s’incaponiscono nel dire che non può essere creato un piano editoriale di contenuti per quanto le riguarda. Nulla di più sbagliato.

Non importa che tu abbia un e-commerce, un sito vetrina che rappresenta i tuoi servizi o un blog che porti avanti come hobby: per ciascuno di questi portali diversissimi hai obiettivi molto concreti, che non puoi ignorare, pena il fallimento del progetto online (che imputerai ai motivi sbagliati, molto probabilmente).

La SEO si plasma secondo il tuo progetto, non il contrario

Ecco quindi che, per tutti i motivi elencati qui sopra (e anche molti altri), si pensa spesso che fare SEO sia dover seguire determinate direttive e parole chiave che tolgono originalità al nostro tono di voce, dettando i contenuti in modo meccanico. Allora si preferisce affidarsi al personale sentire, alla creatività, oppure a testi istituzionali e ridondanti che non dicono davvero nulla a chi legge. Nulla di più sbagliato!

La SEO è materia che si lascia dirigere dalle sfumature semantiche entro cui il nostro business s’inscrive. Il professionista SEO che fornisce parole chiave senza aver analizzato il business, il target e gli obiettivi, e soprattutto senza dare una direzione concreta a quelle parole chiave nel contesto in cui devono prosperare, non è un buon professionista. Sta facendo metà del suo lavoro: un sito ottimizzato per il solo lato tecnico potrà essere veloce e performante, certo, ma ci si posiziona per il contenuto scelto. E non basta: il successo di quel posizionamento lo fanno i contenuti e come sono costruiti dalla prima all’ultima riga.

Progettazione dei contenuti, quindi, ma sempre secondo il business per il quale si sta lavorando. Per questo motivo la SEO è svolta ottimamente da chi ha lauree umanistiche, per tornare al discorso di cui sopra. Io ho incontrato la SEO, e me ne sono innamorata, nella facoltà di Scienze della Comunicazione a Bologna, dove mi sono laureata. A quei tempi (in realtà pochi anni fa, mi sono iscritta all’università molto tardi) la facoltà era coordinata dalla mitica professoressa Giovanna Cosenza. In Comunicazione a Bologna ho appreso che la SEO non può prescindere da una conoscenza approfondita del linguaggio e della filosofia del linguaggio, ecco perché semantica e semiotica la fanno da padrone. Ed ecco perché posso dire di essere davvero felice di averle studiate, le utilizzo ogni giorno nei miei progetti. Ma si apprende anche l’utilizzo di HTML5, perché i soli plugin di WordPress non possono supportare la professione con efficacia. Ci tengo ad aggiungere, per te che stai leggendo, che Comunicazione getta le basi per tutte le professioni del web, anche quelle relative alle arti visive e al design.

Tutto ciò per dire che…

Una parola chiave da sola non ha nessun significato e nessun valore. I volumi che prospetta possono essere nulli se non viene contestualizzata in una pagina, armonizzata col testo e con i suoi obiettivi. Gli stessi argomenti, e intenti di ricerca, possono essere usati in contesti completamente diversi e da business differenti, altrimenti come farei a portare avanti più progetti per più coach, per esempio? Dopo poco dovrebbero competere tutti sulla SERP con le stesse parole chiave, eppure non è così. Non è così perché se conosci il tuo business sai che il tuo modo di comunicare e di lavorare, così come i tuoi clienti, non sono paragonabili a nessun altra attività del tuo settore. È per questo che costruirsi un’identità propria, un brand, una nicchia a cui parlare è così importante. Quando l’identità e il tono di voce sono definiti insieme a target e obiettivi, ecco che la SEO non può far altro che mettersi al loro servizio e operare per una strategia di parole chiave che vanno tutte nella stessa direzione.

Le ricerche delle persone aprono infinite porte

Fino a che non si fa uno studio approfondito, non si possono azzardare chiavi di ricerca. Le keyword o parole chiave arrivano alla fine del progetto, una volta compiuto l’incontro tra il business, con la sua personalità e i suoi obiettivi, e le persone, con le loro ricerche. Quando le mie clienti scorrono le ricerche che ho scovato per loro componendo il piano editoriale del loro blog a volte sono stupite: non ci avevano mai pensato che le persone potessero cercare queste frasi! E cosa possono fare, ora, con quella frase? Come dicevo sopra, una parola chiave (che è quasi sempre una frase) va contestualizzata ed è necessario fornire uno sviluppo di contenuto tenendo conto del content marketing e dell’obiettivo. Questo è ciò che faccio col mio lavoro, e penso che, quando compilo il piano editoriale, la frase che scrivo più volte è “al di là di questo (cioè dell’intento di ricerca da tenere bene in considerazione quando si scrive) sentiti libera di declinare il testo secondo il tuo modo di comunicare”.

Ecco che le parole chiave cessano di essere, nei progetti delle mie clienti, dei paletti entro cui trattenersi, ma diventano motore creativo e possibilità per comunicare direttamente con il loro target, che quei contenuti li sta cercando davvero!

Questo è il motivo per cui amo guidare le persone nella progettazione di un blog, mostrando loro le infinite porte che possiamo aprire insieme e costruendo un flusso di traffico, di contatti, di richieste, una voce autorevole che può diventare un faro nel settore, se utilizzata nel modo giusto. Qui sotto trovi il form per iscriverti al percorso gratuito per creare il piano editoriale per il tuo blog: che aspetti?

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