Se hai sentito parlare di SEO olistica ti sarai certamente chiesta che cosa significhi questa strana definizione… l’aggettivo olistico viene di solito applicato, nel quotidiano, alle discipline del benessere, e perciò evoca yoga, meditazione, ecc. Ma questa visione è limitante. Per spiegare veramente cosa significa olistico, vado in prestito da Wikipedia:
L’olismo (dal greco ὅλος hòlos, cioè «totale», «globale») è una posizione teorica (in ambito filosofico e scientifico, contrapposta al riduzionismo) secondo la quale le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue singole componenti, poiché la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore, o comunque differente, delle medesime parti prese singolarmente.
La SEO olistica parte dal presupposto che fare SEO, e occuparsi del posizionamento dei siti sui motori di ricerca, non significhi solo applicare tecnicismi al proprio sito. Ma non significa nemmeno inserire parole chiave nei testi, né linkare come se non ci fosse un domani. La SEO è una materia molto complessa, che si può trattare sotto vari punti di vista all’interno del proprio sito, ma sempre in modo globale. Comprende lo sviluppo web e dunque la programmazione, comprende la costruzione del sito, ma anche la scelta del testo, l’iscrizione all’interno di un universo semantico, il linguaggio e la filosofia del linguaggio, la semiotica e lo studio dei segni, come noi li comprendiamo e associamo a ciò che conosciamo.
Questa è la SEO olistica: un approccio globale alla materia, che tiene in considerazione tutto ciò che riguarda un sito, a iniziare per esempio dal personal branding del proprio business.
Cosa accade quando un sito si posiziona
Fare SEO olistica, per esempio, ti spinge a chiederti cosa accade DOPO che un sito si è posizionato. E ti spiego velocemente perché.
L’obiettivo del mio lavoro come consulente SEO non può essere soltanto fare in modo che il tuo sito si posizioni. Se, infatti, con quel posizionamento tu non ottieni una crescita di contatti e di fatturato in un tempo adeguato ai canoni della SEO, correlato allo stato del tuo sito, non abbiamo risolto nulla. Allora è importante chiedersi cosa accade quando le persone vedono il tuo sito sui risultati di ricerca di Google. Cliccano, non cliccano? Cosa leggono sul titolo SEO e sulla meta description? Cosa comprendono? Quale sensazione hanno? Ma soprattutto, ci siamo rivolti al pubblico giusto? Abbiamo considerato e confrontato gli intenti di ricerca anziché concentrarci solo su una keyword secca con un volume che sembrava incoraggiante?
E se le persone cliccano su quel risultato, cosa accade poi all’interno della pagina? Quale effetto fa loro il tuo sito? Fuggono via o navigano? E il testo, com’è il testo? È stato scritto solo pensando al posizionamento, o anche alla persona a cui è rivolto? Contiene errori, imprecisioni, la forma non è corretta, è noioso?
Questo è proprio un esempio di SEO olistica, perché per dare risposta a queste domande e migliorare tutti gli aspetti del sito dobbiamo chiamare in causa molte figure e tool differenti:
- i dati di traffico
- l’analisi del comportamento degli utenti attraverso i dati
- il design del sito
- la velocità con cui il sito si carica e la visualizzazione corretta dai diversi dispositivi (mobile, desktop…)
- la scelta dei metadati
- il contenuto, la scrittura ma anche la sua distribuzione grafica e visiva
- la lingua
E ciascuno di questi punti, al suo interno, contiene molti altri aspetti differenti, pensiamo solo alla velocità di un sito, che è data da fattori diversi e tecnici, ma determinanti per il posizionamento.
Insomma, come dico sempre alle mie clienti: il posizionamento è solo la prima fase della SEO. Poi, se la pagina non ha tutte le carte in regola per permetterci di catturare i nostri clienti ideali e farci contattare o vendere loro i nostri prodotti, a che serve quel posizionamento?
Per non parlare del caso in cui non si abbia applicato un approccio olistico alla SEO fin dall’inizio, per perseguire un buon posizionamento…
Cosa accade prima del posizionamento
Mi riferisco in particolare all’analisi che va fatta da parte di un buon@ professionista della SEO prima di stabilire la strategia corretta di posizionamento, quindi prima di inserire le parole chiave all’interno di un sito. Perché queste benedette parole chiave vanno scelte attentamente secondo strategia e secondo l’intento di ricerca.
Ma -e qui subentra il personal branding- se non conosci bene il tuo business, quello che fai e per chi lo fai, non potrai stabilire una giusta strategia, di conseguenza nemmeno le parole chiave.
Potresti essere attirata da keyword secche con volumi molto alti, ma che non sono esplicative di ciò che fai e non si rivolgono alla tua nicchia di mercato. Così, oltre a sentirti frustrata perché è molto difficile posizionarsi per queste keyword, se anche succedesse, attireresti probabilmente un pubblico sbagliato. Senza risolvere nulla per il tuo business.
L’analisi che va fatta prima di tutto, nella SEO, è davvero multidisciplinare, perciò olistica: devi mettere sullo stesso piano dati numerici, possibilità, ma anche obiettivi di business, mission, visione, buyer personas, linguaggio e cultura, espressione, significati… e collegare tutto ciò all’interno di una strategia vincente.
Ecco cos’è la SEO olistica, una definizione azzeccatissima per il mio lavoro e per il mio approccio.
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